- Creazione di un Sito Telematico (www.trasparenza.governo.it), dove i funzionari della Pubblica Amministrazione, preposti agli acquisti, siano obbligati per legge ad immettere in un modulo apposito, gli ordini ai fornitori di tutte le spese da effettuare: materiali di consumo, consulenze, rifornimenti, manutenzioni, ristrutturazioni, eccetera. In questo modo i dati sarebbero immesssi "a priori", e assolutamente omogenei. In questo modo la banca dati risulterà attendibile e di facile consultazione. -
Il modulo di immissione è il documento che il funzionario poi stamperà in due copie, dal proprio computer (una per sé ed una per il fornitore), ed è l’unico possibile modulo, a fronte del quale la P.A. può trasmettere un ordine di acquisto ai fornitori e mediante il quale si possa vendere qualcosa allo Stato (e tutti gli Enti Pubblici). Tali dati in tempo reale diverranno consultabili da chiunque, in un efficiente motore di ricerca per descrizione e per categorie (materiale, articolo, prezzo, ufficio, amministrazione, ministero, ente, addetto, tipologia, fornitore, produttore, data di ordine), con cadenze di forniture (e grafici statistici).
In tal modo sarebbe favorita, anche tramite la consultazione preventiva da parte dei funzionari ordinanti, l’effettiva concorrenza tra i fornitori, verrebbero semplificati buona parte degli iter burocratici e si risolverebbe il problema di "chi controlla il controllore". Nella legge istitutiva non è necessario prevedere sanzioni per chi compera prodotti a prezzi più alti, in quanto la creazione della banca dati pubblica agirà da calmiere, contribuendo a una consistente riduzione degli sprechi e della superficialità (se non la malafede) con cui molto spesso viene gestita la P.A.
Non si tratta di perseguire o creare conflitti, ma di fornire ai funzionari uno strumento di lavoro, di facile utilizzo, che permetta di comprare al minor costo possibile, (anche presente sul sito), grazie al livellamento dei prezzi che i meccanismi di mercato garantiscono. Successivamente le fatture ricevute potrebbero essere inserite nello stesso sito, per riscontro, al fine di garantire una concreta trasparenza anche della fase successiva.
Perché il Modulo stampato è l’unico documento “a fronte del quale” il fornitore può vendere e quindi incassare?
- Perché in tal modo si garantisce l’immissione corretta dei dati…
Nella legge va inserito che nel caso che un fornitore ceda materiali, servizi o consulenza senza aver ricevuto una richiesta formale mediante il modulo prescritto, (inserito quindi in precedenza nella banca dati), perde il diritto al pagamento del prodotto o della prestazione (o potrebbe essere costretto alla restituzione dell'importo eccedente la media del costo di quel prodotto).
Anche il compratore deve avere un copia del Modulo agli atti?
- Naturalmente. Inoltre lo può stampare quando vuole, richiamandolo dal database, in Internet…
In definitiva, non si tratta di esporre i soliti bilanci sulla stampa nel consueto linguaggio ermetico per iniziati. Nel sito vi saranno quindi le vere spese dello Stato, consultabili da chiunque: il sogno dei cittadini (che hanno il diritto di conoscere come vengono spesi i loro quattrini).
Dal punto di vista tecnico-formale, si potrà inoltre prevedere:
- un’adeguata protezione dall'inserimento di dati errati o falsi;
- la semplicità nell’inserimento dei dati (il software immetterà automaticamente i dati all’interno della categoria prescelta);
- la facilità per la ricerca dei dati (il sito funzionerà come un efficiente motore di ricerca: scrivendo una o più parole nell'apposito spazio si immette automaticamente nella giusta categoria).
La “lettura” di tutta la Spesa Pubblica sul sito telematico (Enti, Comuni, Province, Regioni, Stato), possibile in ogni momento tramite Internet, renderebbe tutti più “attenti” ad essa, con evidenti effetti sulla dinamica degli acquisti. Difficile quantificare il risparmio possibile, sicuramente raggiungerebbe cifre a due decimali. Il sito Internet potrebbe essere dato in concessione, producendo così altri utili per lo Stato (oltre ai risparmi di scala), provenienti dalla pubblicità di coloro che avrebbero interesse a farsi notare, per esempio per diventare fornitori degli Enti Pubblici.
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